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Channel: Dessert alla Frutta – Pausa Caffè
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Mele cotte al forno

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La Mele cotte al forno sono un dolce classico della cucina povera. Una ricetta antica, la sua preparazione si tramanda da generazione in generazione e spesso ricorda le nostre nonne, soprattutto quando le preparavano nelle fredde giornate autunnali ed invernali ed il profumo si diffondeva in tutta la casa. In base alla zona di provenienza e ai gusti personali la ricetta varia molto. La semplicità per un dolce delizioso.

Ricetta per le mele cotte al forno:

4 mele di mele (io preferisco quelle rosse)
q.b zucchero di canna o semolato
100 ml circa di acqua

Potete scegliere di aromatizzare a piacere con
Succo e scorza di limone o arancia non trattato
Si può unire una spruzzata di brandy/cognac
Cannella in polvere
Chiodi di garofano
uva sultanina
zenzero

Potete condire con granella di mandorle o nocciole
oppure con amaretti sbriciolati.

Per le mezze mele al forno: Lavare le mele, asciugarle e tagliarle a metà, togliere il torsolo centrale con uno scavino o un cucchiaino. Sul fondo di una teglia ricoperta da carta forno cospargere metà dello zucchero in ricetta, sistemare le mele e coprirle bene con il restante zucchero. Verzate solo sul fondo l’acqua che potete aromatizzare con la scorza di limone. A questo punto se volete potete aromatizzare con succo di limone, e/o cannella in polvere, e/o chiodi di garofano. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 30 minuti. Sfornate e condite con succo stesso del fondo.

Per le mele intere, come fa la mia mamma: Lavare le mele, asciugarle e e togliere il torsolo senza rompere la mela. e procedere come sopra. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 45 minuti. Sfornate e condite con succo stesso del fondo.

Per le mele al forno a pezzi: Lavare le mele, asciugarle, sbucciarle e tagliarle a spicchi. e procedere come sopra. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 15-20 minuti. Sfornate e condite con succo stesso del fondo.

Cibo e Letteratura

Da Emma di Jane Austen

Poi arrivano le mele al forno che la signorina Wallis manda dal garzone; sono sempre straordinariamente cortesi con noi, i Wallis. Ho sentito dire da qualcuno che la signora Wallis può anche essere scortese e uscire in risposte villane; ma noi, da loro, non abbiamo mai avuto che grandi attenzioni. E non è certo per il nostro valore di clienti, perché che cosa vuole che sia il nostro consumo di pane? Tre persone sole (oltre alla cara Jane, adesso; e lei non mangia davvero nulla) fanno una colazione ben misera; si spaventerebbe a vederla! Non oso far notare alla mamma come mangi poco; e così, prima dico una cosa, poi ne dico un’altra, e tutto fila via. Ma poi, verso mezzogiorno le vien fame, e non c’è nulla che le piaccia come le mele al forno, e sono molto, molto sane; perché l’altro giorno ho trovato il modo d’interpellare in merito il dottor Perry. Mi è capitato d’incontrarlo per la strada. Non che ne dubitassi, prima; ho spesso sentito il signor Woodhouse dire che è questo il solo modo in cui il frutto riesce sano. Però noi abbiamo molto spesso anche lo sformato di mele. Patty ne fa di eccellenti. Insomma, lei ha vinto, signora Weston, e spero che le signore ci facciano l’onore di una visita.»
Emma sarebbe stata felicissima, disse, di far visita a Mrs Bates, eccetera; e finalmente uscirono dal negozio senz’altro inciampo da parte di Miss Bates che:
«Come sta, signora Ford? La prego di scusarmi; non l’avevo vista. Sento che ha una splendida collezione di nastri venuti freschi freschi da Londra. Jane, ieri, è tornata a casa in visibilio. Grazie, i guanti vanno bene; solo un po’ troppo larghi sopra il polso; ma Jane li prende».
«Di che cosa stavo parlando?» chiese quando furono tutti per la strada.
Ed Emma si domandò su che cosa, in tutto quel guazzabuglio, si sarebbe fissata.
«Giuro che non riesco a ricordare di che cosa stavo parlando. Ah, gli occhiali della mamma! Così gentile, da parte del signor Frank Churchill! “Oh”, ha detto, “credo di poter stringere la vite; è proprio il genere di lavoro che mi piace.” E, mi creda, l’ha dimostrato davvero… Parola d’onore, per quanto ne avessi sentito parlare anche prima e per quanto mi aspettassi da lui, devo dire che supera ogni… Mi congratulo di cuore, signora Weston. Sembra davvero tutto ciò che il più affezionato dei padri possa… “Oh”, ha detto, “so stringere le viti. È proprio il genere di lavoro che mi piace.” Non dimenticherò mai come l’ha detto. E, quando ho tirato fuori le mele al forno, e ho manifestato la speranza che i nostri amici fossero così gentili da assaggiarne qualcuna: “Oh”, ha risposto subito, “non c’è frutto che valga la metà di questo, e mele al forno fatte in casa così belle non ne ho mai viste, in vita mia”. È stato così, così… E, a giudicare dai suoi modi, sono certa che non era per complimento. In realtà, sono mele proprio deliziose, e la signora Wallis rende loro piena giustizia, solo che più di due volte non le facciamo cuocere, mentre il signor Woodhouse ci ha fatto promettere di farle cuocere tre volte, ma Miss Woodhouse sarà così gentile da non farne cenno. Sono il genere di mele più adatte per prepararle al forno, senza dubbio; tutte di Donwell… una delle più generose offerte di Mr Knightley. Ce ne manda un sacco ogni anno; e davvero non c’è come le mele dei suoi alberi, per conservarsi… Credo siano due. La mamma dice che, ai tempi, il frutteto era famoso in tutto il Surrey. Ma l’altro giorno, sono proprio rimasta in confusione perché, una mattina, il signor Knightley è venuto a farci visita che Jane stava mangiando di queste mele, e se ne parlò, e noi si raccontò come le gustavamo, e il signor Knightley chiese se per caso non avessimo esaurite le scorte. “Sono sicuro che le avete esaurite”, ha detto, “e ne manderò un’altra provvista, perché ne ho molte più di quante mi servano. William Larkins me ne ha fatte tenere una quantità più grande del solito, quest’anno. Ve ne manderò ancora, prima che non siano più buone a nulla.” Così, io l’ho pregato di non farlo, perché, quanto ad aver finito le scorte, non potevo assolutamente dire che ce n’erano rimaste molte: ne avevamo solo mezza dozzina, ma erano da tenere tutte per Jane; ma io non potevo proprio tollerare che ce ne mandasse dell’altre, tanto generoso era già, stato; e Jane ha detto la stessa cosa. E, uscito lui, per poco non litigavamo… no, non dovrei parlar di litigare, perché di litigi non ne abbiamo mai avuti, in vita nostra… ma Jane era proprio in collera che avessi confessato che le mele erano quasi finite; avrebbe voluto che gli facessi credere che ce n’erano rimaste molte. “Oh”, ho detto, “cara, ho detto quel che ho potuto.” Ma, la stessa sera, William Larkins è arrivato con una grossa cesta di mele, lo stesso tipo di mele, almeno uno staio, e io gliene sono stata molto riconoscente e sono andata a parlare a William Larkins, e può ben pensare se non gli ho detto tutto quanto andava detto. È un così vecchio amico, William Larkins! Mi fa sempre piacere vederlo. Tuttavia, in seguito, ho saputo da Patty che, a sentire William, erano proprio tutte le mele di quel tipo che avesse il suo padrone; le aveva portate tutte… ed ora, al suo padrone non ne era rimasta una da cuocere o fare al forno. Quanto a lui, William non sembrava darsene molto pensiero, era felice che il suo padrone ne avesse collocate tante, perché William pensa all’utile del padrone più che a qualsiasi altra cosa; ma la signora Hodges, a sentir lui, era molto seccata di vederle mandar via tutte quante; non le andava giù che, in primavera, il suo padrone non potesse gustare nemmeno una torta di mele. Questo ha detto a Patty, ma l’ha pregata di non badarci e di non dirne nulla a noi, perché certe volte Mrs Hodges ha i nervi fuori posto e, finché se ne collocavano tanti sacchi, poco importava chi mangiasse il resto. Così mi ha raccontato Patty, e io ne sono rimasta molto scossa. Per nulla al mondo vorrei che Mr Knightley venisse a saperlo: sarebbe così… Desideravo tenerlo nascosto a Jane; ma, disgraziatamente, me lo sono lasciato sfuggire prima di accorgermene.»

Un magnifico ballo davvero. Sì, cara mia, ho fatto una corsa a casa, come ti avevo detto, per aiutare nonna a coricarsi, e son tornata, e nessuno si è accorto della mia assenza. Sono sgusciata via senza dire una parola, proprio come ti avevo annunciato: la nonna stava benissimo, aveva passato un’incantevole serata col signor Woodhouse, un sacco di chiacchiere e tric trac. Si è servito il tè a pianterreno, con biscotti e mele al forno, e vino prima che se ne andasse; una fortuna straordinaria, in certi suoi colpi di dado; e ha chiesto molto di te, e se ti divertivi, e chi erano i tuoi cavalieri.

Le mele al forno e i biscotti erano eccellenti, a modo loro; ma si è cominciato col servire una delicatissima fricassea di animella e asparagi, e il buon Mr Woodhouse, non ritenendo abbastanza cotti gli asparagi, l’ha rimandata indietro. Ora, non c’è nulla che la nonna ami più delle animelle con gli asparagi, e perciò è rimasta un po’ delusa; ma si è convenuto di non farne parola con nessuno per paura che venga all’orecchio della cara Miss Woodhouse, che ci rimarrebbe molto male. Bah, che splendore! Cado dalle nuvole! Non avrei mai immaginato una cosa simile: una tale eleganza e profusione!

Da La Cripta dei Cappuccini di Joseph Roth

Così appresi che in primavera, estate e autunno mio cugino Joseph Branco era dedito al lavoro nei campi, mentre in inverno arrostiva castagne. Aveva una pelle di montone, un mulo, un carretto, una caldaia e cinque sacchi di castagne. Così ogni anno, a inizio novembre, girava per alcuni territori della Corona. Tuttavia, se si trovava particolarmente bene in un paese, allora ci restava tutto l’inverno fino all’arrivo delle cicogne. Allora legava i sacchi vuoti sul mulo e si incamminava verso la stazione ferroviaria più vicina. Caricava l’animale, faceva ritorno a casa e diventava nuovamente contadino.
Gli chiesi come si potesse ingrandire un’attività così modesta e lui mi spiegò che c’erano ancora parecchie cose da fare. Oltre alle castagne ad esempio, si potevano vendere anche mele al forno e patate arrosto. E poi col tempo il mulo era diventato vecchio e debole e avrebbe potuto comprarne un altro.
Duecento corone, comunque, le aveva già messe da parte.

Da La figlia di Burger di Nadine Gordimer
Sudore di lana bagnata che si scalda al sole attraverso il vetro e profumo di mele al forno con cannella.
Quelle notti passate a parlare nel villino: tu volevi sapere.
L’uomo che raccoglieva materiale voleva sapere; mi sottoponeva fatti ma era da me che si aspettava di sapere.

 

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